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quale cesse al nostro vescovo tutto le rendite che possedeva oltre il monte Durone nelle Giudicarie, ottenendo in feudo, all'incontro, la decima di Lazo, e 800 lire veronesi1.

Allo stesso conte Enrico e a suo fratello Arnoldo aveva il vescovo Alberto nel mese di luglio 1185 spedita la investitura feudale del castello Valvenstein, e al primo, separatamente, quella del castello di Arsio; investendoli oltreciò della metà della contea di Eppan e dell'erbatico di Egna, ottenuto avendo da essi la restituzione del castello di Grumo e la liberazione della curia di Romeno, contro Io sborso di 1100 lire, per le quali fu loro oppignorata2.

Di questo medesimo anno è l'istrumento d'investitura ad Adelpreto e Giannello di Villazzano, col quale diede loro a livello perpetuo la casa con cantina alla Porta Oriola presso l'Adige, per l'addietro possedute collo stesso titolo da Milone Cavernocolo3. E di quest'anno 1185 sono del pari certi regolamenti ο statuti del vescovo Alberto relativi alla zecca e miniere del Vescovato, nei quali è fissata la tassa dovuta alla sua Camera4; e un laudamento vescovile, riguardante la fabbrica dei castelli5.

Nel 1186 Alberto, onde rendere a sè e alla sua Chiesa sempre più devoti i conti d'Arco e prevalersi

  1. Bonelli, op. cit., pag. 483. Cod. Wangh., pag. 64.
  2. Cod. Wangh., pag. 60.
  3. Cod. Wangh., pag. 58.
  4. Cod. Wanghiano, pag. 441.
  5. Cod. Wanghiano, pag. 57. Bonelli, op. cit., pag. 482.