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rolo,cui premeva di estorcere dal vescovo il consenso alla fabbrica che meditava di un castello sopra un colle del monte che domina la villa di Celso, Selso ο Felso. Ritroso Alberto dell’assentire, giacchè prevedeva i gravi danni che dalla costruzione di esso castello potevano col tratto del tempo inferirsi ai diritti del Principato, fu chiamato dal conte in giudizio avanti l’imperatore Federico, il quale, li 17 marzo 1184, alla presenza d’ambe le parti, col voto dei pari della sua curia, decise in favore del vescovo 1.

Nel detto anno ricuperò Alberto una porzione del castello di Gardolo ed altri feudi ad esso appartenenti da Valsengrino di Gardolo, collo sborso di 40 marche d’argento, per incorporarlo al patrimonio di S. Vigilio 2. Correlativo all’accennata sentenza contro Enrico conte del Tirolo è il solenne laudo che l’anno seguente 1185, col voto di tutta la curia episcopale, il suddetto conte Enrico e Riprando di Pergine, ad istanza del vescovo, promulgarono; dichiarando, non essere lecito ad alcuno di fabbricare, entro il territorio ο dominio temporale della Chiesa di Trento, qualsifosse castello ο fortezza senza il consenso ο volontà del principe 3. Nel mese di marzo di questo anno fu fatto il cambio dei ministeriali fra il vescovo Alberto ed Enrico vescovo di Bressanone; ed un altro nell’agosto tra il vescovo di Trento ed Enrico conte di Eppan, il

  1. Cod. Wangh. e Bonelli, op. cit., pag. 482.
  2. Codice Wanghiano, pag. 55.
  3. Codice Wanghiano, pag. 56.