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al baron Simone di Sporo, che l’accettò, come procuratore del conte Cristoforo di Liechtenstein; prestando in suo nome il giuramento di fedeltà1.
Nel 1535, il pontefice Paolo III prega il vescovo nostro ad ajutare colla sua influenza Paolo Vergerio, legato apostolico presso i principi della Germania, per sollecitare la convocazione del Concilio2. Li 27 aprile di quest’anno, il vescovo nostro scrive da Vienna ai suoi luogotenenti, che a Nicolò di Castelbarco, signore di Gresta, chiedente la giurisdizione della valle Lagarina, antichissimo feudo di sua famiglia, rispondano in guisa, che di ciò che implora nè speri nè disperi.
Nel 1536, il vescovo nostro, attrito dalle fatiche dei frequenti viaggi e dalle cure pel servizio della corte, ottenne dal re Ferdinando la chiesta dimissione dai gravosissimi ufficii; colla preghiera però, che volesse ancor per quest’anno presiedere al suo secreto Consiglio. Il cardinale acconsentì, anzi si lasciò indurre a una legazione a Roma ed a Napoli, per trattare negozii di molta importanza. Con diploma dei 15 agosto di quest’anno, il re Ferdinando dispensa il cardinale Bernardo da ogni rendiconto circa il denaro somministratogli per le spese dei quattro viaggi: all’incoronazione dell’Imperatore a Bologna nel 1530; nella seconda legazione a Bologna per affari concernenti l’Imperatore ed il Papa nel 1533; a Roma pel conclave nel 1534; a Roma nuovamente e a Napoli nel 1536,
- ↑ Hippoliti, op. cit.
- ↑ Hippoliti, Extract. docum. Eccl. et Princip. Tridenti. MSS. T. X.