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stesso privilegio accordò a Giovanni Tomèo, notaro di Denno; e a Nicolò e a Tommaso Inama di Fondo e ai loro figli; e a Bolognino di Banco. Il re Ferdinando in quest’anno conferma ai Quattro Vicariati di Brentonico, di Avio, di Ala e di Mori gli antichi statuti e privilegi.

Nel gennajo 1531 ebbe luogo in Aquisgrana la incoronazìone di Ferdinando in re dei Romani, alla quale contribuì moltissimo il nostro vescovo; che ai 12 dello stesso mese, col consenso del suo Capitolo, permutò col suddetto re la giurisdizione sulla città di Bolgiano con quella del borgo e del castello di Pergine. Questa convenzione fu poi confermata dal pontefice Clemente VII 1. Nel maggio dello stess’anno, il vescovo nostro concesse il privilegio di gentilità a Jacopo Mani di Casezzo, e a Giovanni Bonadimane pur di Casezzo, per la loro fedeltà, durante il tumulto dei rustici. Nell’ottobre scrive il vescovo dalla città di Spira ai suoi luogotenenti, che procurino sia visitata la diocesi dal suffraganeo, o da altro idoneo sacerdote. Li 6 novembre di quest’anno, Bernardo cardinale di S. Stefano nel monte Celio e vescovo di Trento, presidente del Consiglio secreto e cancelliere supremo del re dei Romani, dopo molte contenzioni giurisdizionali con Bernardo di Tono, faciente per sè, e Sigismondo di Tono per sè e per gli altri fratelli e nipoti suoi, stabilì l’accordo o accomodamento seguente: che i nobili di Tono non esercitino in avvenire alcuna potestà nelle ville di Bre-

  1. Bonelli, Notiz. istor. crit., T. III, P. I, pag. 308-311.