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vennero banditi, alcuni condannati a pena pecuniaria od al carcere. Così finiva la male augurata insurrezione dei villani del Trentino; alla quale non presero parte le comunità di Vezzano, di Padergnone, di Riva, di Tenno, di Termeno, delle Giudicarie e di Fiemme1.
Li 14 settembre l’arciduca Ferdinando segnò un diploma, col quale istituisce Giorgio di Firmian capitano di Pergine per sei anni; e gli concede in pegno il castello di esso borgo per la somma pagatagli di 13,000 fiorini2. Lo stesso Ferdinando scrive li 13 settembre al vescovo nostro, che lasci ogni altra faccenda e venga quanto prima presso di lui, essendovi necessità della sua presenza per trattare negozii gravissimi nella Dieta di Augusta. Li 5 novembre di quest’anno medesimo 1525, l’arciduca insiste ancora sulla venuta del vescovo pel lunedì dopo la festa di S. Martino; e lo ringrazia del suo prudente consiglio circa le novità ai confini d’Italia, e specialmente in Milano. Lo stesso giorno gli scrive il conte di Ortenburg da Tubinga, che, rispetto al vescovato di Bressanone, per questa volta non ci sia da sperare buon esito. Crede però che giungerà presto occasione di poterlo servire; notifica che la provincia del Tirolo abbia sborsati 60,000 fiorini per le spese della passata guerra; che 20,000 ne teneva in deposito; che i prelati e gli ecclesiastici ne pagherebbero 24,000 in tre anni. Li 6 novembre l’arciduca scrive al vescovo
- ↑ Archivio Municipale di Trento, N.° 3430. Bonelli, Monum. Eccl. Trid., pag. 179.
- ↑ Hippoliti, Comp. rer. Trid. MSS.