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castello, mancante di provvigioni, non vi erano che otto difensori. Li 23 agosto, il vescovo Bernardo comandava alla comunità di Fiemme di ricevere i commissarii e di rinnovare assieme al capitano il giuramento di fedeltà. Questo comando fu rinnovato gli 8 settembre, colla riserva di punire i trasgressori del primo. Ciò non ostante, avendo i Fiemmazzi esposto certi gravami e pretesa l’osservanza dei lor privilegi, l’attuale prestazione fu differita fino ai 10 decembre; nel qual giorno comparsi in Cavalese, uno per fuoco, giurarono fedeltà in mano di Americo e di Cristoforo Poar commissarii. Li 26 agosto Peregrino scrive a Graziadeo di Castel Campo, suo genero, essere stato ucciso dai villani il capitano di Castell’Ivano, da essi per lungo tempo assediato ed ora caduto in loro potere; e quindi lo consiglia di provvedere alla sicurezza di Castel Selva, acciò non gli accada il medesimo. L’arciduca, con suo foglio dei 27 agosto, deplora lo stato del vescovo, riguardo alla ribellione delle valli di Annone e di Sole; per rintuzzare la quale dice di aver comandato al suo Consiglio Enipontano di spedire a quelle parti il capitano Bernardino con 500 soldati.
Li 28 d’agosto, i villani di qua dall’Adige, cioè quelli di Palù, di Pinè, di Civezzano, di Meano, di Ivano (esclusi i Tesini) e tutti gli altri della Valsugana, i Levicani e i Caldonazzesi, fatta una feroce congiura contro il vescovo e la città di Trento, si unirono in numero di quattromila nella pianura del Cirè, e riposarono nel borgo di Pergine. Li 29 trasferirono il loro campo presso Cognola, sopra le Laste, d’onde bersa-