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nardo dell’udienza avuta dall’arciduca, in cui gli esposero la mente delle città e dei comuni di escludere dalla Dieta i prelati; inoltre, che Tommaso Tabarelli avesse al principe presentata una carta, nella quale credono contenersi i gravami del popolo trentino, raccomandandolo a Sua Serenità; che Bernardino di Tono abbia veduti i quattro gravami principali degli abitanti della Valle di Annone, i quali sono: 1.° di dover ubbidire a un capitano, non eletto da loro, che è fratello del vescovo, da cui non possono sperare giustizia in caso di bisogno; 2.° di essere impediti nel trattare gli affari proprii e specialmente riguardo al ponte di Stono; 3.° che nelle condanne il vescovo sia troppo severo; 4.° che la investitura feudale a quelli di Tajo sia stata alterata e la tassa accresciuta a cinquantadue fiorini del Reno.
Abbiamo motivo di congetturare che, o poco prima del 15 giugno o poco dopo, il vescovo Bernardo ritornasse nella sua città capitale, invitato dal Pubblico, mediante il dottore Alessandro Guelfo, inviato a tal fine dai principali cittadini, che in gran numero si trasferirono a Toblino per incontrarlo. Con lettera dei 19 giugno Andrea da Reggio, uno degli inviati alla Dieta, informa che ad essa intervennero anche i prelati, e che il capitano del paese abbia rese grazie agli oratori di Baviera e alla Lega Sveva della buona disposizione dei loro principi; essere peraltro cessati i tumulti, e i gravami dei popoli potersi a poco a poco levare; avere il duca di Borbone e il marchese di Pescara esposto che, tornando i detti tumulti pregiudicievoli al-