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Nel 1514 il vescovo Giorgio spedì la conferma dei loro statuti e privilegi agli uomini di Tignale, ritornati nel 1509 all’ubbidienza della Chiesa di Trento1.

Una bolla di Leone X, dei 16 marzo di quest’anno, commette al vescovo di Bressanone, al decano del Capitolo di quella città e all’arcidiacono di Trento, ad istanza dell’imperatore Massimiliano, di venire all’effettiva riforma dei Minori Conventuali di Bolgiano; e in caso che essi rigettassero la comandata riforma, il papa ingiunge loro di farli passare ad altri conventi dell’Ordine, e sostituirvi i Minori della regolare osservanza, i quali ubbidissero al provinciale dell’Austria; facendo vendere gli stabili dei Conventuali, il cui prezzo s’impieghi nelle necessarie riparazioni delle fabbriche e in altre urgenze degli ultimi. In sequela, di ciò, arrivati in Bolgiano i suddetti commissarii apostolici (fra i quali l’arcidiacono Bernardo Clesio, eletto in questo stesso anno vescovo di Trento) fu loro dal procuratore cesareo esibita la bolla papale e chiestone la esecuzione sommaria da farsi senza strepito e figura di giudicio. Udita l’istanza, formato il processo e convinti i frati di varii eccessi, fu loro data facoltà di abbracciar la riforma ο di abbandonare il convento e portarsi altrove. Un solo, Frate Francesco de Girlis predicatore, accettò la riforma; il guardiano con tutti gli altri renitenti dovette partire, fatta la consegna delle chiavi e di tutti i beni; dopodichè Cristoforo guardiano di Schwatz, col sopradetto frate Francesco e quattordici altri dell’Osservanza, pre-

  1. Miscellanea Alberti, Τ. III, fol. 224.