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purchè non venissero condotti nella pretura di Trento ο nel Tirolo1. Furono pure in quest’anno ripresi dalle mani venete i Quattro Vicariati, per opera principalmente del nostro vescovo. Il quale, ai 23 del mese di maggio pubblicò un suo laudo circa il godimento del monte Ralinberg controverso fra la comunità di Trento e quelle di Cognola e di Montagna dall’una, e gli uomini della pieve di Civezzano dall’altra; col comando della pronta fissazione dei termini, che nel 1512 fu fatta eseguire da Cristoforo di Tono, capitano della città di Trento, e da Antonio di Morenberg, commissarii vescovili2.
Nel 1511 il vescovo Giorgio rinnovò alla comunità di Riva, di fresco venuta alla sua ubbidienza, l’investitura dei feudi che riconosce dalla Chiesa di Trento3. Quest’anno si rese celebre negli annali della patria per essersi in esso stipulata la confederazione per comune difesa fra Giorgio vescovo di Trento, Cristoforo vescovo di Bressanone, e i quattro Stati del Tirolo. Essa è distesa in cinquantanove capitoli, ed è famosa sotto il nome del libello del 1511; infausto seminario di guai ai vescovi successori. Il nostro vescovo la promosse con buona intenzione, credendo forse di sottrarsi a maggiori inconvenienti. Vedendo egli che dal 1474, in cui per la prima volta il Vescovato di Trento fu indotto a contribuire volontariamente e senza tratto di