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Nel 1510, il vescovo Giorgio ricevette lettera dall’imperatore Massimiliano, il quale gli raccomanda d’investire il suo secretario Bertoldo Locher della chiesa dell’ospitale di S. Ilario presso Roveredo e della chiesa di S. Lorenzo in Calliano, vacanti per la morte del sacerdote Ramperto; soggiungendo aver egli il patronato della chiesa di Calliano, e quella di S. Ilario essere a sè devoluta in vigore della sentenza papale d’interdetto e scomunica contro i Veneziani1. Con altra lettera Massimiliano, attesa la scarsezza della raccolta del vino intorno alla città di Trento, permette ad essa l’importazione dei vini forestieri per proprio uso, col patto che questi non vengano tradotti fuori della pretura2. In questo stesso anno, l’imperatore Massimiliano, sempremai bisognoso di denaro, impegnò la città di Verona a Lodovico re di Francia pel prezzo di diciottomila scudi del sole3. Nel medesimo anno, l’Imperatore confermava a Roveredo, che gli si era resa a certe condizioni, gli statuti e privilegi di cui godette sotto il dominio veneto; ed estese questa conferma anche alle ville di Volano, di Sacco, di Lizzana, di Marco, di Pomarolo, di Chiusole, di Pederzano, di Vallarsa, di Trembelleno, di Noriglio, di Terragnolo, di Folgaria, di Nomesino, di Manzano e ad altre comunità; alle quali l’anno susseguente compartiva pure il privilegio del sale vendibile e dell’estrazione dei vini,