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lo invita a spedire dal canto suo persone di fiducia incaricate di conchiuder l’affare; l’altra del doge Leonardo Loredano al nostro prelato, al quale accenna di aver scelto al suddetto scopo Zaccaria Contarini, che, giunto a Riva, darebbe tosto avviso del suo arrivo per combinare il mentovato armistizio1. Nel medesimo anno era caduto in potere di Massimiliano il Castello di Barco, venuto già nelle mani dei Veneti nel 1487, ed ora dall’Imperatore dato in feudo con tutti i diritti ad Antonio di Castelbarco di Gresta2.

L’ultimo di gennajo del 1509 il vescovo Giorgio confermava i regolamenti e concedeva indulgenze in certe feste dell’anno alla confraternita dei Zappatori, detta una volta dei Ligonizzatori, eretta nel 1279 dalla nazione tedesca nella chiesa parochiale di S. Pietro, sotto il titolo della Beata Vergine3. In quest’anno si accese più che mai, ad onta della tregua surriferita, la guerra fra Massimiliano imperatore e la Repubblica di Venezia, per effetto della lega di Cambrai l’anno antecedente conchiusa. Lasciando ad altri istorici il narrarne i successi, ci restringeremo a quello che avvenne di rimarchevole nel Trentino. Li 29 maggio di quest’anno la città di Riva era tuttavia assediata dalle truppe imperiali comandate dal vescovo Giorgio, non ostante che due giorni prima fossero stati redatti in Trento i capitoli della resa4. Caduta alfine in potere

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 25, 209, 224, 225.
  2. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 10.
  3. Miscell. Alberti, Τ. III, fol. 222.
  4. Bonelli, Notiz. istor. crit., Τ. III, Ρ. I, pag. 284.