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Altra iscrizione si legge al di dentro dello stesso tempio, parimente sotto gli stemmi dei signori di Castelbarco, che pendono vicini all’altare dei santi Pietro e Paolo, in memoria dell’opera interna fatta eseguire dal lodato Guglielmo nel 1319; del quale anno è pure il di lui testamento, in cui, fra le altre cose, lascia alla cattedrale di S. Vigilio cinquemila lire veronesi per la fabbrica di essa basilica, mille per la costruzione di una cappella con altare, ed uno stabile di mille lire in dote e mantenimento di detta cappella1.
Il nome del nostro santo vescovo appare segnato in varii diplomi imperiali, e fra gli altri in un privilegio concesso da Federico I alla chiesa di Vienna, e in un altro in favore del monastero di S. Emerano in Ratisbona. In materia di amministrazione del suo prin-
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Annis ter senis uno cum mille per ortum
Scorpio tridentis Domini conspexerat ortum,
Hoc opus extruitur superi de nomine roris
Per dominum mire Gulielmum stemmate prolis
De Castrobarco, cui se facundia tota
Militiae proavis generosis attulit ortus,
Inclitus et justus, pius affuit et bene sanus,
Consilii gratus, humilis, nec ad improba planus,
Ut sibi des sedem vitae post fata perennem,
Ο decus in cœlis: qui legerit, explicet annum.
cattedrale di Trento per espiare l’episcopicidio commesso da uno de’ suoi maggiori, è affatto gratuita; non facendone il suo testamento la menoma menzione. Lasciò bensì, destituto di eredi necessarii com’era, molti beni alla nostra cattedrale; ma non pochi ne lasciò pure alla chiesa di Lizzana, a quella di S. Ilario, ai frati minori, affinchè si edificassero un convento, e ad altri luoghi pii.