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potersi liberamente prevalere, a proprio suo uso, dei vini della Valcamonica, della Valtellina, di Riva, di Arco, e d’oltremonti. In quest’anno fu pure terminata la differenza sulle miniere fra Massimiliano I, Conte del Tirolo, e il vescovo nostro, insorta fra i due stati fin dal 1462. Fu transatto, che il frutto di tutte le miniere esistenti in Kuenberg nella valle di Annone ed in altri luoghi del territorio vescovile fosse diviso per metà tra i due principi; e le appellazioni fossero portate alla cancelleria arciducale per essere ivi decise sotto il nome di entrambi. A questa transazione si riferisce quella della permuta di Bolgiano con Pergine, effettuata nell'anno 15211. Nel novembre del medesimo anno terminò Udalrico la lunga lite, che vertiva fra il suo Capitolo e Francesco dei Bonapace di Torcolo e Stefano Cazzuffi, a cui un figlio del Bonapace aveva venduto il diritto sopra la porzione che gli toccava nel dazio piccolo capitolare. Con sua sentenza il vescovo nostro assegnava al suddetto Cazzuffi la facoltà di esigere quel dazio dal giorno di S. Vito fino al giorno di S. Vigilio, cioè per giorni undici, come tuttora si pratica. Li 15 dicembre dello stess’anno, essendosi offerto Agostino degli Spinoli della Porta, maestro dell’arte setaria, di trasferirsi in questa città colla sua famiglia e lavoratori per tessere velluti, damaschi, rasi, zendadi e simili drappi di seta, il vescovo e il magistrato consolare lo ammisero e gli concessero la privativa; in guisa che, sua vita durante, nessuno, eziandio

  1. Miscellanea Alberti, T. III, fol. 182.