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dai quali pretendeva di aver sofferto molti considerevoli danni1. Nello stess’anno, il vescovo nostro ingiunse al giudice minerale di ridurre la tassa consueta delle mercedi agli operai nello scavo della miniera scoperta a S. Bartolomeo; e ciò pel riguardo che si doveva avere al prezzo minore con cui si comperavano i capi necessarii a tal opera in quel vescovile distretto2.

Gli 11 aprile 1496 riuscì ad Udalrico di ottenere dalla Santa Sede la bolla di conferma, fino allora in vano sollecitata, per opera specialmente di Marquardo di Brisacco, consigliere di Massimiliano. Le cause delle difficoltà che Udalrico incontrò in tale proposito per ben tre anni presso la Curia Romana, furono, che il cardinale Orsini avea rinnovata la pretesa della nota pensione sulle rendite del vescovato di Trento; l’accusa data a Udalrico d’essersi intempestivamente immischiato nell’amministrazione del Principato, prima della conferma; e più di tutto la mancanza del necessario contante per levare le bolle. Ma, scolpatosi dell’accusa e provvedutosi del denaro, ottenne finalmente lo scopo; rinnovò tosto le compattate del 1454 e del 1468 con Massimiliano, come Conte del Tirolo; ebbe dall’Imperatore la investitura dei regali e la conferma dei privilegi ; e prese possesso del Principato nelle forme consuete3. Nello stesso anno, Giovanni Barunheim, vicario generale del vescovo nostro, proferì una sentenza

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 233.
  2. Miscell. Alberti, T. III, fol. 182.
  3. Miscell. Alberti, Τ. V, fol. 79.