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Castelletti, milanese, contro lo sborso di ottomila fiorini del Reno, col patto però della reluizione, che nel 1511 fu redento da Pietro Bussi, figlio del primo acquirente, coll’aggiunta di altri duemila fiorini. Di questa giurisdizione ci converrà parlare altra volta nei tempi successivi, quando la famiglia Castelletti si estinse1. Nell’agosto di questo stesso anno, di consenso del vescovo Udalrico, Giorgio de Fatis di Terlago, decano e vicario camerale della Chiesa di Trento, con suo mandato diretto ai parochi diocesani, pubblicò la festa di S. Agostino, fatta di precetto al pari di quella degli Apostoli ed Evangelisti, d’ordine del papa Alessandro VI, a cui piacque di seguire l’esempio d’Innocenzo VIII, che con sue lettere alla Chiesa di Trento aveva già comandata la suddetta festività2.

Nel 1495, fra papa Alessandro VI, Massimiliano re dei Romani, il re di Spagna, il Dominio Veneto e Lodovico duca di Milano fu stretta la celebre lega, alla stipulazione della quale intervenne il vescovo nostro in qualità di ambasciatore di Massimiliano3. Nel settembre dell’anno medesimo, Udalrico ricevette da Bianca Maria Sforza, moglie del re dei Romani, una lettera commendatizia a favore di Andrea conte d’Arco, affinchè procurasse di comporre la questione ch’esso aveva cogli uomini di Calavino, di Madruzzo e di Lasino intorno all’acqua e ai pascoli del fiume Sarca,

  1. Miscellanea Alberti, Τ. V, fol. 245.
  2. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 3.
  3. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 225.