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cittadino di Trento, ed altri misfatti; i quali beni, messi all’incanto, vennero acquistati da Stefano Cazzuffo.
Nel 1492, la città di Trento ottenne da Massimiliano I, come conte del Tirolo, ampia conferma dei suoi privilegi e statuti1. In quest’anno finalmente si terminò l’ardua e lunga contesa fra il nostro Udalrico e il cardinale Orsini, a motivo della pensione pretesa da quest’ultimo. Il vescovo, avendo inutilmente rappresentato al papa la scarsezza delle rendite vescovili, i debiti contratti per difesa del Vescovato, per cui era stato costretto di oppignorare al Conte del Tirolo le rendite provenienti dal vino di Termeno per la somma di ragnesi 8100, ricorse all’intercessione di Cesare che lo raccomandò caldamente al pontefice e procurò che alle sue preghiere si unissero anche quelle dell’arciduca e della Lega Sveva col Tirolo confederata. A sì poderose istanze il papa ed il cardinale dovettero cedere, e Udalrico fu liberato dalla pretesa imposizione2. Per sanare i debiti onde s’era aggravato per sostenere la costosa lite, gli fu però forza di alienare parecchi stabili camerali; e fra questi la casa con torre nella contrada di S. Pietro, da lui nel 1492 venduta, col consenso del suo Capitolo, al Magistrato del Municipio di Trento, ad uso di macello, pel prezzo di fiorini dugento e diciotto, dei quali la mensa vescovile gli andava debitrice3. Di quest’anno è pure la con-