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a suo tempo1. Matteo degli Ubaldi, uditore del papa, in quest’anno, dichiarò incorso il vescovo nostro Udalrico nell’interdetto con monitorio, qualora non si disponesse a contribuire al cardinale Orsini cinquecento fiorini d’oro di pensione annua a lui riservati sopra la Chiesa di Trento. Evvi poi un breve pontificio trasmesso al re dei Romani, a favore del vescovo, riguardante la sospensione delle incorse censure, ed un altro allo stesso vescovo che effettivamente sospende quelle censure a beneplacito del papa2. Quest’anno terminò con una Dieta tenutasi in Merano da Massimiliano I per ottenere un volontario sussidio, al quale accondiscese anco il vescovo nostro.
Nel 1491, Udalrico riformò lo statuto municipale, adattandolo ai tempi; e nel marzo uscì la decisione arbitramentale d’Innocenzo VIII, in virtù della quale furono consegnati all’imperatore Massimiliano i castelli d’Ivano e di Nomi, stati sotto sequestro del vescovo di Treviso, conforme all’articolo decimo della pace del 1487 fra la Repubblica di Venezia, il Conte del Tirolo e il vescovo di Trento3. In questo stesso anno il vescovo Udalrico dichiarò devoluti e confiscati i beni di Giovanni Gottardo e Giovanni Francesco Perozzi di Trento, per essere stati ribelli alla Chiesa e avere commesso omicidio nella persona di Francesco dei Poni,