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Nel dì penultimo di novembre del medesimo anno fu confermata la vendita di certi beni confiscati ad alcuni di Isera, fra i quali a Enzelino Platner, per aver tentato di consegnar Castelcorno nelle mani dei nemici del Principato1.
Venendo troppo lesi da alcuni prepotenti i regali del Vescovato di Trento, con farsi lecito di levare ai poveri le sostanze, di esercitare il jus gladii senza la permissione del vescovo, e d’impedire le appellazioni all’imperatore, nel 1484 il nostro zelante prelato ottenne da Federico III un editto vietante simili attentati2. Nell’agosto dello stesso anno, il vescovo Giovanni decise la questione, che poteva insorgere intorno alla validità dello Statuto Trentino in quelle parti nelle quali si scopriva corretto con freghi e rasure, propostagli dal podestà Paolo di Oriano; dichiarando, che, nel giudicare si dovesse attenersi alla seguente massima: che, ove le dette cassature e rasure portassero qualche pregiudizio alla vescovile superiorità e giurisdizione, avessero a riputarsi come nulle ed invalide, tanto nel civile quanto nel criminale; e che ove, all’incontro, le premesse cassature e rasure riguardassero la punizione dei delitti, le condanne, e l’aumento di sua potestà, fossero di pieno valore e osservanza3. Li 13 settembre del corrente anno gli uomini di Storo chiesero al vescovo come dovessero contenersi circa l’oc-