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fondamenti la parochiale medesima, coll’ajuto delle copiose elemosine fatte dai fedeli in quel primo fervore a contemplazione del santo. La cappella fu poscia di tempo in tempo abbellita, sicchè ora apparisce stuccata maestrevolmente, e l’altare è di fino marmo. La seconda fu fabbricata nella casa di Samuele, nel luogo stesso in cui il santo fu trucidato; la quale dal presente possessore di essa, Sig.r Salvadori, venne adornata con altare di marmo e con ricchi arredi. L’ultima poi è stata costruita ai dì nostri dai conti Bortolazzi nel Fossato, luogo della nascita e rapimento del beato fanciullo, con dispendio considerevole, e dipinta a fresco da buona mano, con altare di marmo. Nel settembre di questo medesimo anno, il vescovo Giovanni comandava allo Scario della valle di Fiemme di consegnare prontamente e ad ogni richiesta al vicario di quella vallo le chiavi delle prigioni, quando allo stesso occorra valersene per rinchiudervi i rei, senza più pretendere di risaperne le cause. E il seguente anno inibiva allo stesso Scario e ai giurati di moderare le sentenze vicariali di bando od altre, loro riservando in ambi i casi di portare al suo tribunale le loro ragioni, se mai si credessero aggravati1.

Nel 1482, tra il vescovo Giovanni e Nicolò Firmian fu convenuto di comporre per via di arbitri da essi eletti, e d’un terzo, o soprarbitro, da deputarsi dall’arciduca Sigismondo, l’insorta questione fra gli uomini dell’antico Mezzo, presentemente nominato Mez-

  1. Miscellanea Alberti, T. VII, fol. 43.