Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/389


— 372 —

dei Bellenzani, chiamata presentemente contrada larga, da Antonio Bommartino pel prezzo di ducati 370, da troni sei e mezzo l’uno, onde servirsene ad uso del Magistrato e della Comunità, oggi detta il Palazzo pubblico o civico1. Nel medesimo anno i surriferiti vescovi di Feltre e di Cattaro, delegali apostolici, dopo aver legalmente rilevato le grazie e i miracoli innumerevoli fatti da Dio per intercessione del martire trentino, e veduta coi proprii occhi l’affluenza dei popoli e l’oblazione dei fedeli alla tomba di lui, trasmisero alla Santa Sede i processi da sè instituiti, colla genuina relazione dei fatti più essenziali. Le premure del vescovo e del clero trentino, avvalorate dai suddetti processi, non produssero il bramato effetto che al tempo del vescovo e cardinale Lodovico Madruzzo (vale a dire cento e sette anni dopo), in cui il beato Simone fu da Sisto V pontefice annoverato tra i santi martiri innocenti, e approvato il di lui culto, assegnando il giorno 24 di marzo per la di lui festività, da essere celebrata con messa ed officio proprio nella diocesi di Trento, con cento giorni d’indulgenza a tutti i fedeli che visiteranno la parochiale dei Ss. Pietro e Paolo, ove giace il sacro deposito2. Tre sono le cappelle erette in onore del santo. La prima fu fabbricata a lato della parochiale suddetta, e in essa, dietro l’altare, fu dal vescovo Giovanni riposto il sacro corpiciuolo in urna decente. In questa occasione il pio prelato riedificò dai

  1. Miscellanea Alberti, Τ. V, fol. 107.
  2. Miscell. Alberti, Τ. V, fol. 203.