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scovo Giovanni in causa cotanto ardua, gli prescrive di essere attento, affinchè nell’incominciata devozione dei fedeli verso il santo bambino nulla intervenga di contrario alle costituzioni apostoliche, e di attenersi in proposito a ciò che determina il Concilio generale celebrato sotto Innocenzo III. Gli comanda nel tempo stesso di non permettere che i giudei, per privata vendetta, vengano aggravati nella vita o nella roba; anzi faccia in modo che possano vivere secondo la loro legge, e che i figli degli ebrei condannati siano, colle loro facoltà materne, riconsegnati alle madri loro, di fresco convertite alla fede cattolica1. Nello stesso anno il provvido vescovo comperò a beneficio della sua Chiesa da Baldassare di Montagna due case nel borgo di Fraporta di Tenno, collo sborso di sessanta ducati e cinque lire trentine2.
Nel 1479, il vescovo Giovanni, unitamente al suo Capitolo e al clero della città, attesi i moltissimi miracoli che per intercessione del martire Simone erano avvenuti, e l’approvazione apostolica dei processi originali, l’anno antecedente ottenuta, ricorse alla Santa Sede, acciò consolasse sè e la Chiesa di Trento coll’accordare all’innocente il culto dovutogli, e quindi arruolarlo allo stuolo dei santi martiri3. Nello stesso anno, munito di salvocondotto, si portò in Innsbruck per intervenire alla Dieta provinciale, in cui, non