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Ciò eseguito, s’avvanzarono depredandone molte altre, fra le quali l’abitazione di Davide Teutonico, dimorante nella valle di Sole, a cui levarono ogni cosa.

Mentre i ribelli erano ancora affaccendati intorno a castel Corredo, sopravennero due soldati di vaglia, Giorgio Danofer e un Paungorta, e ingiunsero al Guaresco di provedere alla sicurezza delle persone e delle sostanze di tutti. Promise ubbidire, e fingendo di trasferirsi nella valle di Sole per far eseguire il comando dei superiori, pernottò in Cles, e contro la data fede, eccitò i valligiani a spogliare un tal Prando di Verona e a dar la caccia al bestiame; il che fu così puntualmente messo ad esecuzione, che in breve tempo ne furono derubati e laici e cherici e sacerdoti. Oltreciò s’appropriarono la colletta dovuta al vescovo, ed altre ne imposero ai sudditi e le rascossero.

Simone di Tono, capitano delle Valli, fece allora sapere ai ribelli, che, non volendo ubbidire ai comandi delle autorità legittime, avrebbe fatto erigere nella valle di Sole il patibolo. Risposero petulantemente, che meglio sarebbe se il patibolo venisse piantato avanti Castel Fondo, suo feudo; ed aggiunsero, che una volta si risolvesse a rimettere in loro balìa il governo delle due valli; minacciando lui e la sua famiglia e il di lui assessore maestro Negri di Brezio, il quale fu da loro costretto a restituire i bovi levati in pegno per le collette vescovili da essi usurpate. Insolentirono pure contro il Conte del Tirolo, le cui bandiere, sventolate per ischerno, vennero trascinate nel fango. A compimento del reo disegno, i ribelli introdussero nelle valli alcuni