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proferita dagli arbitri li 18 ottobre 1469, riguardo ai pascoli controversi fra gli uomini di Cavalese e dei tre quartieri della valle di Fiemme dall’una, e gli abitanti di Predazzo e di Moena dall’altra1. Sulla fine di giugno dello stesso anno, pose la prima pietra della loggia a colonnato, che congiunge il vecchio col nuovo Castello del Buon Consiglio, al quale procurava altresì il beneficio dell’acqua di fonte, da lontano introdotta2. Nel medesimo anno predicò in Trento il padre Bernardino da Feltre, che meritò di essere annoverato fra i beati3.
Nei seguente anno 1476 crebbe a dismisura il concorso dei fedeli vicini e lontani al sepolcro del nostro martire, con offerte e voti; essendochè il benignissimo Iddio con prodigi continui rendeva sempre più illustre il trionfo dell’innocente. Il vescovo teneva nota di quanto accadeva alla giornata e ne informava gli officiali di Lavarone, e il clero della diocesi di Vicenza, che gli aveano chiesto una esposizione giuridica di ciò che era giunto agli orecchi loro. Ma specialmente sollecito era il vescovo Giovanni a tenere informata di ogni cosa la Santa Sede, presso la quale si adoperavano grandemente, onde si permettesse il culto del santo martire, il padre Francesco Sansone, generale dei Riformati, l’Approvino e il Maffei, ed altri qualificati soggetti d’Italia4. Nel marzo di quest’anno, il