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torno di tempo fece il nostro vescovo un cambio di due donne ministeriali col vescovo di Bressanone1.

Per sempre più avvalorare le ragioni del Principato nei successori, sollecitò ed ottenne dall’imperatore Federico Barbarossa un diploma di conferma della donazione dell’imperatore Enrico V, che in sostanza è identica a quella fatta nel 1027 da Corrado il Salico2. Lo stesso anno consegnò a titolo di feudo la custodia del castello Madruzzo, che si era cominciato ad erigere, a Gumpo di Madruzzo e a suo nipote Boninsegna; investendoli inoltre della villa di Madruzzo, colla solita riserva dell’abitazione e del jus aperturæ, in caso di guerra3. Questo castello, al tempo del cardinale Cristoforo Madruzzo, il primo dei quattro vescovi di Trento usciti da quel casato, fu accresciuto di nuova fabbrica, chiamata il Castelnuovo, e consecutivamente dai due cardinali della stessa famiglia, abbellito con altri considerevoli edificii. Nel detto anno 1161, Adelpreto sottoscrisse un diploma a favore di Ottone vescovo di Belluno4.

Nel medesimo ο nel susseguente anno seguiva, per ordine del vescovo nostro, la erezione della chiesa di S. Valerio, figliale dell’arcipretura di Cavalese, nella Valle di Fiemme, ch’egli poi nel 1162 consacrò solennemente.

Nel 1163 il vescovo Adelpreto, col consiglio e col voto dei pari della sua Curia, pronunciò sentenza definitiva contro Federico di Campo, che pretendeva

  1. Bonelli pag. 400.
  2. Cod. Wangh. e Bonelli, pag. 417.
  3. Cod. Wangh. e Bonelli, pag. 413.
  4. Ughelli, Ital. Sacr. Τ. V, col. 152.