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primo dei detti martiri corrottamente San Zeno) furono in esso trovate alcune ceneri e reliquie di quei santi; le quali, indi trasportate con onorevole accompagnamento, con pari solennità li 15 novembre furono nel restaurato coro riposte dal nostro vescovo1. Li 26 giugno di quest’anno, il nostro prelato rinnovava ai conti d’Arco la investitura di molti corpi feudali in Torbole, in Riva, nelle Giudicarie, sulla base del documento loro spedito nel 1425 dal vescovo Alessandro, allora dimorante in Castel Stenico2. Li 19 ottobre di quest’anno fu dal nostro vescovo interposta appellazione alla corte imperiale da certa sentenza proferita dal vescovo di Bressanone e da un delegato del duca d’Austria, a favore di Ulrico de Brandis, tutore e curatore di sua moglie e figliastri; il quale atto di appellazione fu insinuato da un notajo ad esso Ulrico nella città di Marienfeld, diocesi di Coira; ma da esso non si ricava di che si trattasse. Si congettura però che si disputasse di un ragguardevole feudo, che si pretendeva devoluto alla Chiesa3. Li 4 dicembre del medesimo anno, il vescovo nostro confermava certo statuto alla pieve di Tenno, riguardante i pegni ed il metodo da osservarsi nell’incanto di quelli, a minorazione di spese in sollievo dei poveri4. Li 24 di-

  1. Miscellanea Alberti, Τ. V, fol. 236. Errano il Pincio, il Prato e l’Ughelli, asserendo che quelle reliquie fossero state trasferite a Trento.
  2. Miscell. Alberti, T. III, fol. 165.
  3. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 173.
  4. Miscell. Alberti, Τ. IIΙ, fol. 213.