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di essa Prepositura colla tradizione dell’anello e l’imposizione delle mani1. Essendo stato concesso il decanato della cattedrale dalla Santa Sede a Stefano degli Approvini, cittadino di Trento, il duca Sigismondo, che pretendeva la detta nomina essere contraria agli statuti e alle consuetudini, anzi pregiudiziale a casa d’Austria, fece intendere al Magistrato Consolare dal suo capitano in Trento e da quello di Pergine, che procurasse la rinuncia del suddetto decano. Di simile tenore sono le lettere imperiali presentate ai Consoli dagli accennati ministri. Il Magistrato di Trento rispose, che non avrebbe mancato d’interporre i proprii ufficii onde ottenere la bramata cessione, con che però al provvisto apostolico fosse assegnato un altro beneficio equivalente; dichiarando tuttavia non esistere disposizione alcuna che vieti al cittadino di possedere tal dignità, nè potere quel conferimento arrecare alcun pregiudizio alla serenissima Casa; anzi esserci stati per lo passato molti e nobili cittadini che hanno goduto pacificamente il decanato suddetto2.

Nel 1471, il vescovo Giovanni pubblicò una sentenza sulla questione del diritto di pascolo sopra il monte nominato del Fieno, nella valle di Fiemme, controverso fra gli uomini di Predazzo e le comunità delle Sette Ville nella valle suddetta3. Si pretende poi che in quest’anno il nostro prelato sia stato ripreso dall’imperatore Federico III, perchè aveva osato di

  1. Miscellanea Alberti, T. III, fol. 160
  2. Miscell. Alberti, T. V, fol. 107. Archivio municipale.
  3. Miscell. Alberti, T. III, fol. 212.