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vanni di Castelbarco, convinto di fellonia; privandolo tosto delle dinastie di Castelnuovo, di Castellano, di Nomi e di Castelcorno. Le prime furono date in feudo, a titolo di benemerenza, ai fratelli Giorgio e Pietro conti di Lodrone; e le seconde incamerate1.
Nel 1453, il vescovo nostro confermava l’indulto, accordato dal vescovo Alessandro nel 1441 agli abitanti della villa di Cavalese nella valle di Fiemme, di mantenere un solo nuncio in servizio del vicario vescovile2. Il primo di dicembre di esso anno, per ordine del vescovo nostro, Graziadeo di Campo, in presenza dei frati e delle suore di Campiglio, diede il possesso di quel monastero e ospitale al sacerdote Gasparo Plewl di Bruna, in qualità di priore3.
Nel 1454 confermò ai nobili rurali delle valli di Annone e di Sole i privilegi loro concessi dai vescovi Giorgio I e Alessandro, accordando loro la immunità dalle collette o retribuzioni dovute alla Camera vescovile, e l’esenzione dalla milizia in difesa della Chiesa fuori del Principato, prima che siansi mossi i più nobili, e, in tal caso, coll’obbligo al vescovo di fornir loro, dopo tre giorni di accampamento, le necessarie vettovaglie, secondo l’antica osservanza4. Nel marzo dello stesso anno diede pure il diploma di conferma dei capitoli o statuti alla società dei carrettieri della città di