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vilegio, concesso nel 1427 dal vescovo Alessandro agli abitanti della pieve di Ossana nella valle di Sole, che dà loro la facoltà d’introdurre per loro uso, nelle ville che la compongono, vini forestieri dalla Valtellina, da Riva, da Arco e da altri luoghi della diocesi di Trento1. Li 19 maggio dell’anno medesimo, in presenza di due commissarii del duca, che vien nominato signore di Trento degnissimo, fu ventilata la controversia dei confini fra gli uomini di Calavino, Lasino e Madruzzo dall’una parte, e quelli del borgo di Arco, di Dro e di Ceniga dall’altra, riguardo ai beni comuni del Sarca. A quest’atto fu pure presente Galeazzo conte d’Arco, siccome interessato in essa questione2. Alla fine di questo stesso anno, il pontefice Nicolò V, con sua bolla degli 8 novembre, cassata l’elezione di Benedetto abbate di S. Lorenzo, confermò Giorgio in vescovo di Trento, e convalidò tutti gli atti da lui fino allora esercitati nell’amministrazione del Vescovato3.

Nel 1449, il nostro vescovo nominò a preposito della cattedrale Ainemario viennese, canonico di Trento, comandando al Capitolo di metterlo in possesso di quella dignità vacante per la morte di Stanislao Subnovski, creato nel 1426 dal vescovo Alessandro. Ma cotesta nomina non sortì il suo effetto, resistendo pertinacemente Fra’ Benedetto, che tuttora occupava il monastero di S. Lorenzo e le rendite; nè si dimise se non ob-

  1. Miscellanea Alberti, T. IV, fol. 174.
  2. Miscell. Alberti, T. VI, fol. 204.
  3. Miscell. Alberti, T. VI, fol. 185.