patto espresso che nel giorno di S. Jacopo del 1443 riconsegnar dovesse a Sigismondo la Contea del Tirolo, affinchè da sè solo la governasse. Passarono i quattro anni; nè avendo Federico rimessa a Sigismondo la reggenza del Tirolo, insorse tutto il paese, eccitato anche secretamente dagli Svizzeri; e in una Dieta generale in Merano decise di volere che fosse restituito il Tirolo al duca Sigismondo. La città di Trento, alleata del Tirolo, si oppose al decreto dell'assemblea dichiarando di voler continuare nella fedeltà promessa a Federico. Questa risoluzione esacerbò gli animi dei Tirolesi, che il 1.° di gennajo 1444 le intimarono la guerra. Fatta impetuosa irruzione nel Trentino, l’esercito tirolese, forte di tremila uomini, giunse alle porte della città di Trento e vi pose l’assedio. Alcuni di dopo arrivarono lettere del re dei Romani ai Consoli di Trento, piene di encomio per la loro fedeltà ed esortanti a resistere, sulla promessa che avrebbe ben presto spediti rinforzi. La città resistette ancora parecchie settimane; ma alla fine, mancando i promessi sussidii, li 3 del mese di aprile cedette alla forza preponderante con patti onorevoli. Il duca Sigismondo, pervenuto al possesso della Contea del Tirolo, adempì al capitolo terzo della pace, e confermò alla città nostra i suoi privilegi1. In quest’anno, Giovanni di
- ↑ Enea Silvio Piccolomini dà testimonianza solenne di questi tumulti di Trento, dicendo nella lettera suddetta che Tridenti non erat tutum esse, e proseguendo: fugiendi rumores sunt, et maxime civitatis illius, quæ tot habet voluntates quot