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Nel 1440, il vescovo Alessandro da Felice V antipapa fu creato cardinale, Legato per tutta la Germania, patriarca d’Aquileja, col titolo di amministratore perpetuo del Vescovato di Trento1. Già dall’anno antecedente infieriva la guerra sul lago di Garda tra i Veneziani e il duca di Milano. Nicolò Piccinino, generale di Filippo Visconti, s’impadroni del castello di Lodrone, e di quelli di Penede, di Tenno e di Arco. In quest’anno 1440 fu tolta dai Veneti al nostro vescovo anche la città di Riva, e messa a duro saccheggio.
Nel 1441 emanò un diploma col quale Giorgio vescovo di Bressanone e alcuni fra i più potenti vassalli, in nome di Federico re dei Romani, decretarono doversi restituire al cardinale Alessandro, patriarca d’Aquileja, Legato in Germania e vescovo di Trento i castelli di Stenico, di Tenno e di Mano, e ammetterlo nel castello e nella città di Trento, in cui, per caso di assenza, egli avesse facoltà di instituire un suo capitano. In quest’anno medesimo, il nostro vescovo ottenne lettere di protezione dal suddetto re dei Romani su tutti i diritti della sua Chiesa contro coloro che ne aveano usurpato una buona parte; e ratificò l’abdicazione del feudo di castel Madruzzo fattagli da Jacopo figlio di Baldassare di Roccabruna2.
Nel 1442, ai 28 di luglio, il vescovo Alessandro investiva Zenone Vitale di Romalo di un feudo cedu-