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e per gli assessori e notari di esse; inoltre, di levare dal fondo d’una torre e trasferire in più onesta carcere Giacomello di Comighello e i suoi fratelli e figli, ch’erano prigioni in Stenico, purchè promettano di non osteggiare le terre vescovili; e di liberare Riccio da Bosentino e tutti i famigliari presi con Giacomello e tutti gli aderenti al suddetto Paride di Lodrone contro il vescovo e i suoi ministri dalle pene in cui erano incorsi. Gli 11 settembre 1425, il vescovo Alessandro concesse ai conti Vinciguerra ed Antonio d’Arco la investitura dei feudi che i loro maggiori acquistarono dalla Chiesa di Trento, cioè del castello di Arco, col mero e misto imperio, dei castelli di Drena, di Spineto, di Ristoro, di Villa, pieve di Tione, di Caramella presso Condino, di Castellino sopra Garduno, di Penede, delle giurisdizioni, con mero e misto imperio, di Nago e di Torbole, delle decime nelle pievi di Lomaso, di Blegio, di Banale, di Tione, di Rendena, di Bono, di Condino, di Cavedine, di Calavino, di Riva, di Tenno, di Ledro, di Tignale, del ripatico di Riva, della franchigia del porto di Torbole, della pesca nel fiume Sarca presso Torbole, della confalonia della valle di Rendena, delle decime di Condino nella valle di Bono, e della muta ο dazio in Torbole, Nago, Arco, Ballino, Sassi di Banale e Condino; promettendo i suddetti conti, dal canto loro, di essere sempre fedeli al vescovo e ai suoi successori1. Li 27 dello stesso mese, il vescovo nostro fu consecrato solennemente da

  1. Bonelli, Monum. Eccl. Trid., pag. 129.