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busto d’argento, conservasi con altre insigni reliquie in separati preziosi ostensorii nell’altare di S. Romedio in sacristia, con ceneri e rimasugli dei corpi dei martiri anauniesi e d’altri santi, come fu veduto nella traslazione seconda di detta santa all’altare della Vergine dei sette dolori, fatta l’anno 1739, alla quale noi stessi fummo presenti1.

A questo vescovo nostro si deve pur riferire il canone di Graziano 2 q. 5: Quoties frater noster etc. sancito nel 1131 dal papa Innocenzo II; dal quale risulta, che il papa commise al patriarca di Aquileja ed al vescovo di Mantova di obbligare il vescovo nostro a discolparsi dell’accusa datagli di simonia, per aver concessa la chiesa di Povo ad un prete Paolo per quattro moggia di frumento. Noi crediamo che ciò fosse una calunnia de’ suoi nemici.

Altemanno provvide il suo Capitolo, scarso di rendite, della pingue pieve di Eppan, e della ragguardevole parocchia di S. Maria Maggiore in città, unendole alla mensa capitolare per irrevocabile donazione nel 1147. Questa parocchia viene anche presentemente posseduta ed amministrata, mediante un vicario amovibile, dal detto Capitolo, in virtù di consecutiva conferma di papa Lucio2. Non così quella di Eppan, che ora è distratta

  1. Hinderbach, in nota a due vecchi calendarii. Docum. della II. traslazione nella Raccolta MSS. Alberti, ora conservata nella Biblioteca di Trento.
  2. Copia autentica nell’Archivio Capitolare. Vedi anche la Cronaca di Giovanni da Parma, e il Pincio e il da Prato.