di tutti i feudi prima ottenuti da Rodolfo di Wellisan; di Caldonazzo colla terza parte del monte; della terza parte del monte di Viaraco e di Centa e del lago di S. Cristoforo, e del monte della Costa, con tutti i feudi già acquistati da Jacopo di Caldonazzo1. Nel luglio dello stess’anno, il vescovo Alessandro ricevette in protezione speciale della Chiesa di Trento Giovanna moglie di Aldrighetto di Castelbarco, che gli aveva ceduto spontaneamente il suo castello di Pratalia nella valle Lagarina2. Nello stesso mese di luglio il nostro vescovo confermò moltissime investiture ed altre nuove accordò, fra le quali noteremo le seguenti: del dosso e della castellania di Merlino nella pieve di Bono, del dosso e castellania di Toblino, pieve di Calavino, e di certe decime in Arco, in Lomaso, in Blegio e in Rendena a Francesco di Campo; di tutti i feudi aviti, e, fra gli altri, dei castelli di Belvisino, di Visione, di Braghiero, d’Altaguarda, di S. Pietro e del dosso di Enno, a Baldassare di Tono in nome anche dei suoi fratelli Antonio e Sigismondo, e così pure dei fratelli Giovanni, Ulrico, Alberto, Michele e Vigilio, figli di Erasmo di Tono, e a nome dei fratelli Erasmo e Guglielmo figli del defunto Vigilio di Tono, e finalmente di Tomeo Filippini di Tono; della metà del castello di S. Ippolito nell’Anaunia, colle torri e muraglie, e della metà d’un orto o broilo e d’un monte presso il detto castello, e della metà d’una casa munita, cinta
- ↑ Bonelli, Monum. Eccl. Trìd., pag. 128.
- ↑ Bonelli, op. cit. ead., pag.