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fra i duchi d’Austria Ernesto e Federico intorno alla divisione delle loro provincie ereditarie, coll’intervento dei Legati della città di Trento, specialmente invitati. In virtù della convenzione in essa Dieta conchiusa, il Tirolo rimase in potere di Federico. Di quest’anno ritrovasi un salvocondotto concesso da Aldrighetto di Castelbarco di Lizzana e da Carlo, suo nipote, ai cittadini di Trento, acciò potessero con sicurezza venire e mercatare nei territorii castrobarcensi, in quelli di Marcabruno di Beseno e della Repubblica Veneta nella valle Lagarina1.

Vedendo Federico, che, mentre riteneva l’altrui, veniva spogliato del proprio, procurò con suppliche e con promesse di riconciliarsi l’imperator Sigismondo; rimettendo la questione pendente col vescovo Giorgio alla decisione dei duchi d’Austria Alberto ed Ernesto. In tal modo potè il duca Federico, sul principio del 1418, rientrare in grazia di Cesare, che rivocò il bando, e ottenere anche da papa Martino V l’assoluzione dalle censure; quantunque poco prima il Capitolo di Trento avesse esposto al suddetto papa i molti mali cagionati dal Conte del Tirolo nel territorio trentino, e particolarmente le spogliazioni dei conventi e di tutte le entrate canonicali2.

Nel 1419, il vescovo Giorgio, confidando nella protezione dell’imperatore e dei duchi Alberto ed Ernesto, comuni arbitri, ritornava dall’esilio alla sua

  1. Miscellanea Alberti, Τ. V, fol. 106.
  2. Miscell. Alberti, T. V, fol. 136.