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nell’anno susseguente 1416, fu pubblicato, affisso, ed intimato al duca e ai suoi partigiani il monitorio suddetto, e furono nominati dal Concilio i commissarii apostolici, ad effetto di conoscere e giudicare se la intimazione di quello fosse stata legale.
In quest’anno 1416, i Veneziani, profittando della opportunità, assediarono Rovereto e n’espugnarono il castello, ch’era feudo conceduto dalla Chiesa di Trento alla famiglia dei Castelbarco. Li 9 di novembre dello stesso anno fu dal magistrato consolare di Trento imposta una colletta di lire 283, da essere impiegata a pagare cento ausiliarii forniti al duca Federico, che li aveva condotti in soccorso di Aldrighetto dei Castelbarco di Lizzana, dai Veneti ostilmente assalito. E nel medesimo anno, i Consoli di Trento fortificarono la città con baluardi alle porte di S. Croce e di S. Francesco, per garantirla contro gli sforzi dell’inimico1. Evvi una lettera dello stesso anno di Jacopo vescovo di Lodi, preside della nazione italiana, scritta in nome del Concilio a Pietro di Sporo, a Simone e ad Erasmo di Tono, a Ildebrando di Clesio e ai sindaci e fiduciarii delle valli di Annone e di Sole, con cui li anima e consiglia a cooperare con tutto lo zelo alla riconciliazione del duca Federico col vescovo Giorgio; il quale, benchè oppresso e spogliato, vive lontano da ogni desiderio di vendetta, altro non bramando che la restituzione del suo ed il ritorno alla diletta sua Chiesa; e accenna che, in caso contrario, i Padri del Con-
- ↑ Miscellanea Alberti, Τ. V, fol. 105.