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alla riva del fiume Enno, pervenutagli in eredità dal conte Adescalco suo padre1.
Nel 1144 proferì la rinomata sentenza, che pose fine alle controversie tra le comunità di Riva e di Arco2. L’anno seguente contribuiva alla fondazione della Prepositura dei Canonici Regolari di S. Michele all’Adige, la di cui chiesa solennemente consacrò3. Questa Prepositura è capace per le pingui rendite di alimentare decorosamente venti canonici, oltre al preposito; il quale è mitrato, e si elegge dal grembo dei suddetti religiosi, interveniente un delegato del vescovo di Trento, a cui s’aspetta la conferma e la missione in possesso, e a cui esso prelato e canonici sono immediatamente soggetti, assieme alle chiese curate annesse alla Prepositura, le quali vengono amministrale nello spirituale dai mentovati canonici.
In questo medesimo anno il nostro vescovo procurò il trasporto del corpo di S. Massenza, madre del glorioso S. Vigilio, da Majano, villetta al lago di Toblino (oggi chiamata col nome della santa) nella città di sua residenza. Al ricevimento del sacro deposito destinò la cappella sotterranea ο cripta fabbricata, come dicemmo, da Udalrico II; e nella mensa dell’altare dedicato alla santa, ch’era di soda pietra, collocò le sacre di lei ossa, a riserva del cranio, che, riposto in un