bentrò la spuria sino all’anno 1388, in cui Galeazzo Visconti, signore di Milano, la spogliò di Verona e così di Riva. Seguitò esso a posseder quelle terre sino al 1402, in cui venne a morte. Sotto Caterina, vedova reggente, si sconvolse il vasto corpo di sua dominazione per malignità dei suoi consiglieri, ciascuno dei quali tentò di appropriarsi la porzione degli stati loro affidata. Il Malatesta si usurpò il possesso di Brescia. Bartolomeo della Scala, superstite della linea spuria, si era ricovrato coi figli in Germania, d’onde, richiamato da Francesco da Carrara, signore di Padova e suo parente, rientrò in Verona li 19 aprile 1404. Non vi rimase che sino ai 25 di maggio; perchè l’infedele Carrarese, per farsi padrone dei di lui stati, lo fece prigione con tutta la sua famiglia, ed occupò Verona a nome proprio; indi, pretendendo di sottomettere anche Vicenza, questa città implorò il soccorso della Visconti. Ma non essendo costei in grado di assisterla, fece pregare la Repubblica di Venezia ad assumere la protezione dei Vicentini e metter argine all’ambizione del Carrarese. Non poteva giungere ai Veneziani più gradita e giustificata occasione di estendersi in Terraferma. Il Carrarese accrebbe la validità delle ragioni della Repubblica col barbaro trattamento fatto soffrire ai di lei ambasciatori. Questa perciò fece lega con Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, gli garantì Peschiera ch’egli aveva occupata sopra i pupilli Visconti, gli confidò il comando dell’esercito, e col mezzo suo si impadronì di Verona li 4 di giugno 1405; e con tale conquista e di altri possedimenti dei Carraresi pose