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spedita ai di lui antenati nel 1364 e rinnovata più recentemente nel 1374. In quest’ultima per altro fu inserito anche il feudo di Brentonico1. Ai 14 maggio del medesimo anno, fra il vescovo Alberto, ossia fra Pietro di Sporo ed Enrico di Liechtenstein procuratori vescovili dall’una, ed Antonio d’Arco dall’altra, fu fatta una convenzione relativa alla restituzione di Castel Madruzzo, alla compensazione delle ingiurie e d’altre questioni, le quali furono commesse al giudizio di arbitri2. Nel luglio di detto anno, il vescovo Alberto, deposto Federico Geschlecht dal capitanato di Castel Breguzzo, vi sostituì Nicolò d’Arsio3.

Nel medesimo anno 1385, Sicco di Caldonazzo, vassallo della Chiesa di Trento, di cui abbiamo più volte favellato, fu trattato aspramente da Antonio Scaligero, per avere negato con villania di restituire agli ambasciatori del Signor di Verona il bottino di pecore e d’altri animali da esso fatto sopra le montagne di Vicenza. Li 26 luglio il Signor della Scala fece investire con fanti e cavalli i possedimenti di Sicco da Rigo di Cortesia di Soratico, suo generale; il quale, accampatosi sotto il borgo di Lupi, lo assediò nelle forme; indi, messo a ferro e a fuoco Caldonazzo con le altre ville di sua dipendenza, e dato il guasto alle campagne col taglio delle viti e degli alberi, obbligò Sicco li 3 d’agosto alla fuga; che questi eseguì fino

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 116.
  2. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 174.
  3. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 170.