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beni, nella maniera in cui vissero al tempo della tregua conchiusa tra i duchi d’Austria e il Carrarese1. In conseguenza dell’enunciato compromesso, il vescovo Alberto li 3 del mese di aprile costituì suo procuratore speciale nella suddetta causa Federico di Greifenstein. Nell’aprile dello stesso anno, il vescovo Alberto convenne col suo Capitolo, che in avvenire fosse lecito al vescovo e ai suoi ufficiali di arrestare nelle giurisdizioni capitolari tutti coloro che avessero commesso qualche delitto, e quindi punirli come se fossero stati arrestati nel proprio territorio; e lo stesso diritto potesse avere il Capitolo coi delinquenti contro di lui, che si rifuggissero nel vescovile2. In questo medesimo anno, ritrovandosi il nostro prelato nel suo castello di Ortenburg, ricevette in sua grazia Peterzone, Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni fratelli Lodrone di Castel Romano, che a lui si presentarono coi loro complici e fautori implorando misericordia e perdono dell’omicidio da essi commesso in persona di Raimondo di Lodrone, loro zio naturale; e il vescovo nostro li assolse3. Evvi pure di quest’anno una bolla di Gregorio XI a favore dell’Ordine dei Crociferi, al quale assegna la preeminenza nelle questue delle elemosine, e loro concede altri privilegi e indulgenze4.
Nel 1376, non avendo il compromesso dell’anno antecedente sortito il bramato effetto per causa di varii