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giurarono ad esso fedeltà, e in ispecial modo contro il vescovo di Trento, dando a mallevadori Sicco di Castelnuovo e Nicolò d’Arco1.

Nel 1355 governava la città di Trento, a nome di Lodovico, un Enrico pievano del Tirolo, col titolo di capitano generale del vescovato trentino; e nella stessa città era vicario e giudice pel brandenburghese un Eccelino notaro di Campo, il quale fece pubblicare il registro delle ferie legali, ossia dei giorni in cui a Trento non si rendeva ragione2.

Avendo nel maggio del 1356, Enrico, pievano tirolese e capitano generale pel conte del Tirolo, stretto di assedio con forte esercito il castello di Pergine, la Comunità di quel luogo, impotente a resistere, si diede al marchese di Brandenburgo, il quale le promise la esenzione per dieci anni da tutti i balzelli. Francesco da Carrara, signore di Padova, a cui spettava il dominio di quel paese e della Valsugana, nell’ottobre dello stesso anno fece cessione al suddetto marchese e conte del Tirolo di tutti i diritti suoi sulla Valsugana e sul castello di Pergine3.

Nel 1357 la Comunità di Pineto (Pinè), trovando incomoda allo sviluppo della sua libertà la esistenza del castello di Roccabruna, non molto discosto da Nogareto, sui confini del Perginese, la comprarono per

  1. Hippoliti, op. cit.
  2. Hippoliti, op. cit.
  3. Montebello, Notizie istoriche della Valsugana, pag. 79. Append., pag. 62-67.