Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/260


— 243 —




Frattanto il nostro vescovo, esponendo le ragioni del Principato manomesso dai due Mainardi, conti del Tirolo, e minacciato dalle ingorde brame del duca Lodovico, presentò all’imperatore Carlo, che si trovava a Belluno, un suo memoriale. L’imperatore, dopo aver fatte esaminare diligentemente le cose, nel mese di agosto 1347 sentenziava che, per mancanza di successione maschile, fossero devoluti all’Impero tutti quei feudi, sui quali il conte Mainardo II, i suoi predecessori e successori od eredi pretendessero qualche diritto, e come tali li ridona alla Chiesa di Trento. Pronunciava poi decaduti egualmente da ogni diritto, proveniente da concessione vescovile, Margherita, contessa del Tirolo, e il duca Lodovico marito suo, a motivo dei notorii delitti da loro commessi e dell’adulterio e dell’incesto in cui vivevano anco al presente. Conchiude finalmente accordando al vescovo Nicolò la piena restituzione dei beni usurpati e confermandogli tutti i privilegi e le donazioni, e in ispecial modo dei capi seguenti: la parte di Bolgiano, di Velta, del monte Ritten e del monte Villanders; Eppiano col castello di Altenburg, la pieve di Caldaro con Enteclario, Cortazza, Bugna e Coronazelli; la pieve di Cembra; la contea di Castello nella valle di Fiemme; la contea di Königsberg assieme al castello; le pievi di Teseno, di Malè e di Novateutonica; la contea di Ulten. A titolo di feudo gli concedeva inoltre la giurisdizione criminale su quella parte di Bolgiano, a cui pretendevano i Conti del Tirolo; la pieve di Egna; il castello di Visione nell’Anaunia e il castello di Per-