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Nel 1106, essendo morto Adalberone, fu nominato in suo luogo Ghebardo ο Gerardo, cancelliere dell’imperatore Enrico V. I cittadini di Trento, sostenuti dal Conte del Tirolo Adelberto, avvocato della Chiesa di Trento, partigiano del deposto Enrico IV, che studiavasi di ricuperare a ogni costo l’Impero, negarono ubbidienza al vescovo Ghebardo, imposto loro per opera del novello Cesare Enrico V, figlio del detronizzato1.

Adelberto, volendo impedire la discesa in Italia a insigni prelati e condottieri delle genti del novello imperatore raccoltesi in Trento, d’accordo coi cittadini, li assale improvvisamente di buon mattino, li spoglia, li fa prigioni, e s’impadronisce della città e del castello. Avvisato di ciò, Guelfo duca di Baviera accorse tosto a proteggere gli interessi di Enrico V e del vescovo con forte drappello di armati, occupò la città, costrinse il conte del Tirolo a rilasciare i prigioni e i cittadini di Trento a riconoscere Ghebardo per loro vescovo e principe. Uscito in questa guisa dai pericoli che lo minacciarono, il nostro vescovo rivolse tutte le cure a ricomporre le cose della sua Chiesa. Coi popoli della Valle di Fiemme, nella quale soleva passare i giorni canicolari, fece egli nel 1111 una convenzione, a loro vantaggiosissima, accordando molti ragguardevoli privilegi sì nel civile che nel criminale, verso una tenue

  1. Che Adelberto fosse già avvocato della Chiesa di Trento, lo comprovano i due Documenti di privilegio alla Valle di Fiemme, nei quali gli si dà questo titolo.