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col consenso Capitolare, fece alcune nuove costituzioni ed altre modificò, adattandole ai tempi1.

Nel 1345, fu pubblicata una citazione di Clemente di Poncelino, chierico padovano, vicario generale del nostro vescovo, contro certi detentori di beni del Vescovato2.

Nel 1346 il vescovo Nicolò fece la rimessa del primo termine della sopra accennata decima papale, da essere impiegata contro i Turchi, a nome della mensa sua vescovile, consistente in lire 300 veronesi; le quali furono consegnate da Lorenzo di Brescia, canonico di Trento, a Ponzio di Peretto arcidiacono Vindonicense, commissario apostolico; al quale nel tempo stesso il detto canonico sborsò 1535 lire per due termini di porzione toccanti i canonicali, prebende e beneficii della Diocesi3. Nel febbrajo dello stesso anno uscì la sentenza di Giustiniano de Gardulis, giurisperito e pari della Curia di Trento, che dichiarava devoluti al vescovo Nicolò ed alla Camera sua i feudi che dalla medesima riconosceva Aldrighetto di ser Benricevuto di Riva4. Nel mese di giugno 1346, Luchino Visconti, signore di Milano, consapevole della venuta già stabilita dell’imperatore Lodovico e del marchese di Brandenburgo, suo figlio, nella città di Trento, per trattare la pace di Lombardia, spediva al vescovo Nicolò

  1. Statuta Capituli Tridentini.
  2. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 161.
  3. Miscell. Alberti, Τ. V, fol. 138.
  4. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 160.