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vanni re di Boemia, suo legittimo marito, sotto pretesto della di lui impotenza. Alle feste straordinarie per queste nozze trovossi presente lo stesso imperatore e gran numero di principi e cavalieri1. Nello stesso anno, papa Clemente VI, mosso a pietà dei mali inferiti dai Turchi ai fedeli di Romania e delle isole adjacenti, diresse una bolla al patriarca d’Aquileja Bertrando e ai vescovi suoi suffraganei, colla quale comanda loro di predicar la crociata e di raccogliere un sussidio a tal uopo nelle rispettive lor diocesi, imponendo una decima quinquennale. Il patriarca Bertrando trasmise al vescovo di Trento, suo suffraganeo, una copia autentica di essa bolla; e il nostro prelato non trascurò di obbedire ai cenni del pontefice e del proprio metropolita; benchè poscia, una parte del sussidio raccolto fosse costretto a convertire ad altro uso, non meno religioso, come vedremo all’anno 13462.
Nel mese di marzo 1343, il vescovo nostro, provocato da Sicco di Caldonazzo, suo potente e ambizioso vassallo, era intento a respingere colla forza le sue violenze; e nel giugno aveva condotti a’ danni di lui Corrado di Sunheim ed Enghelmaro di Villanders con grossa banda di soldati alemanni; perlochè esso Sicco si vide obbligato di portarsi in Padova per chieder soccorso da Ubertino Carrarese. Poco dopo seguì una tregua fra essi, indi un compromesso nelle persone dell’imperatore Lodovico il bavaro, del marchese di Bran-