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giudizio, specialmente rapporto ai privilegi alla famiglia d’Arco accordati dagli Imperatori1. In questo medesimo anno fu fatta la pubblicazione dei beni comunali della città di Trento, già designati l’anno 1314, sotto la reggenza del vescovo Enrico. E siccome la patria era minacciata in quei momenti dai disegni ambiziosi di Lodovico di Brandenburgo, messi ben presto in esecuzione a’ danni della Chiesa, il Magistrato Consolare della città nostra decretò il pronto rifacimento delle mura ed altre opere di difesa2. Il vescovo Nicolò confermava contemporaneamente una considerevole aggiunta allo Statuto Municipale, proposta dal Magistrato, per il buon governo della città e delle altre terre del Principato3. Nello stesso anno fu fatto un arbitramento, col quale venne determinata l’annua contribuzione che le ville della Comunità di Pergine dovevano pagare al vescovo4.
Nel 1340, il vescovo Nicolò, ad esempio di Federico di Wanga suo predecessore, usando de’ suoi diritti principeschi, fece coniare moneta colla sua effigie da una parte e colle insegne del Principato, testè ottenute, dall’altra5. Nel gennajo di quest’anno fu fondata da Bonaverio dei Bellenzani, ricco cittadino di
- ↑ Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 174.
- ↑ Miscell. Alberti, Τ. V, fol. 105.
- ↑ Cresseri, Considerazioni sull’orig. e prerog. del Magistrato di Trento, e Introduzione di T. Gar agli Statuti di Trento.
- ↑ Miscellanea Alberti, T. VII, fol. 204.
- ↑ Tartarotti, Mem. ant. di Rovereto. Giovanelli, Zecca Trentina. Gazzoletti, Della Zecca di Trento.