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del 1339, il vescovo Nicolò ottenne da Giovanni re di Boemia e conte del Tirolo, pel Principato e Magistrato di Trento le armi vacanti di Venceslao martire e protettore di quel regno, ed oltre di ciò l’assicurazione di difendere con tutte le sue forze, quale avvocato, la Chiesa di Trento nei suoi diritti, dignità e libertà1. Li 21 novembre di quest’anno, il vescovo nostro, in un Sinodo tenuto nella sua cattedrale, pubblicò due nuove costituzioni; l’una contro gli usurai, l’altra contro i chierici che non portano la tonsura e l’abito clericale, con iscandalo dei laici; ambe inserite negli Statuti Capitolari. L’ultimo giorno di dicembre del 1339 infeudava un Negri di Fai dei vecchi feudi di Trento2; e rinnovava ai signori di Arco la investitura feudale, nella quale si leggono non solo i feudi antichi posseduti da quella illustre famiglia, ma quelli eziandio indebitamente occupati dai signori di Castelbarco. In tale occasione Nicolò d’Arco fece istanza al vescovo nostro affinchè comandasse una perquisizione nell’archivio vescovile collo scopo di rinvenirvi un certo processo formato dagli officiali del vescovo Enrico, che pretendeva ad arte occultato, onde spogliarlo della giurisdizione a lui competente; oppure che s’instituisse una nuova inquisizione, acciò la sua famiglia fosse rintregrata del proprio, secondo i dettami della giustizia; protestando insieme di non intendere che per la investitura a lui rinnovata in questo giorno, possa derivare alcun pre-

  1. Bonelli, T. III, Ρ. I, pag. 220.
  2. Codice Wanghiano, pag. 426.