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rona, egli ricevette l’anno 1082, in compenso dei servigi prestati, il marchesato di Castellaro nel Mantovano; il quale nel 1399 fu poi dato in feudo dal vescovo Giorgio a Francesco Gonzaga marchese di Mantova e ai suoi discendenti maschi in perpetuo. Cotesto feudo ricadde di bel nuovo alla Chiesa di Trento nel principio del secolo presente, sotto la reggenza di Giovanni Michele dei Conti di Sporo1.
Dalla lettera piena di risentimento che il sommo pontefice Gregorio VII, dopo la scomunica fulminata contro il suddetto imperatore, scrisse al vescovo Enrico, si scorge a qual segno questi fosse portalo per gli interessi di Cesare, e quanto pesasse al papa cotale suo attaccamento; mentre in quella usa formole pregnantissime, ammonendolo di ubbidire a Dio ed alla Santa Chiesa Romana, piuttosto che ai figli dell’iniquità, e invitandolo a mandare in servigio di San Pietro gente agguerrita, e a renderne consapevole la Contessa Matilde, affinchè sicuramente potesse giungere. Quale effetto questa lettera abbia prodotto sul nostro vescovo, non sappiamo.
Ad Enrico I succedette nel Vescovato di Trento un Bernardo, detto anche Burcardo; ma di lui null’altro ci consta, se non che abbia regnato poco più d’un anno.
Nel 1084 fu eletto a vescovo nostro un Adalberone, canonico d’Augusta. Di lui sappiamo, che nel 1090,
- ↑ Il documento della donazione di Castellaro è riprodotto dall’Ughelli, Italia Sacra, T. V, e dal Kink «Codex Wanghianus» pag. 18.