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nenti1. Li 14 maggio del corrente anno 1304, Ottonello, giudice costituito in Trento da Enrico di Ragogno e da Odorico di Corredo, capitani dei Conti del Tirolo, ad istanza di Fra Gataino, priore, in nome dei fratelli e sorelle di Campiglio, intimò un mandato a Nicolò di Daone, affinchè adducesse le ragioni per cui tratteneva l’affitto dovuto ad esso priore sopra certi beni nel documento nominati2.

Nel seguente anno 1305, i duchi di Carintia e conti del Tirolo si riconciliarono anch’essi col vescovo nostro, mediante una solenne transazione; colla quale si stipulava: che sia lecito al vescovo di avere in città il suo vicario generale che amministri lo spirituale della diocesi, e l’economo che esiga e regoli l’entrate camerali; ma all’incontro sia permesso ai duchi di amministrare la giurisdizione laicale sì nella città che nel distretto trentino; di far custodire i castelli e di regolare i salarii che doveano pagarsi coi proventi dei dazii; e ciò fino a tanto che il vescovo avrà loro procurata l’assoluzione dalle censure ecclesiastiche; assoluzione che il prelato procurerà d’impetrare, recandosi a Roma a loro spese; che, sino a quel giorno, così il vescovo come il Capitolo rimettano il percetto, e i duchi dal canto loro tutti i danni ed ingiurie recate alla chiesa dal loro padre Mainardo, da essi medesimi, o dai loro sudditi; che il vescovo ricerchi dalla Santa Sede la fa-

  1. Campana, Vita di papa Benedetto XI. Milano, Malalesta, 1736.
  2. Miscellanea Alberti, T. VI, fol. 216.