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atti di ragguardevoli compere fatte da Guglielmo di Castelbarco senza il consenso del vescovo, signore diretto dei feudi. Esso Guglielmo ottenne da Marcabruno di Beseno, mediante lo sborso di settemila lire, la porzione dei castelli di Beseno e della Pietra spettante a Jacopina e ad Adelmaria di Beseno. Poscia comperò da Beatrice, Pellegrino, Bartolomeo, Simone, Ottone e Margarita di Beseno le loro quote della torre di Castel Beseno e di Castel Pietra, con tutto ciò che possedevano in Folgaria, Avio, Mori, Brentonico, Gardumo, Lizzana, Aldeno, e in tutta la valle Lagarina, pel prezzo convenuto di lire 6200. Indi acquistò da Margarita di Beseno la di lei parte di allodio e di feudo che teneva in detti castelli, verso lo sborso di seicento lire. Tutte queste compere ebbero luogo nel 1303. L’anno seguente, da Ottone di Beseno ottenne a congruo prezzo la torre del suddetto castello di Beseno e i fortilizii verso Trento, con altri stabili esistenti nella pieve di Brentonico1.
Bartolomeo Quirini, patrizio veneto, fatto vescovo di Venezia, poi di Novara, fu li 10 gennajo del 1304 trasferito da papa Benedetto XI, che era stato suo maestro, alla Chiesa di Trento. Tosto dopo fu da esso pontefice spedito, quale suo nuncio apostolico in Germania, all’Imperatore con commissione di procurare con ogni studio la riconciliazione di lui col vescovo elettore di Magonza, che pretendeva essere la sua Chiesa stata spogliata da Cesare di certi beni ad essa apparte-
- ↑ Miscellanea Alberti, T. VI, fol. 46.