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Correggio, amministratore del sopradetto monastero di S. Benedetto, rimise il monastero di S. Cipriano in possesso della summentovata chiesa di S. Elena1.

Assunto alla cattedra di S. Pietro Celestino V, li 17 luglio 1294, il vescovo Filippo non tardò a portare al tribunale del novello papa le giuste sue querimonie contro il Conte del Tirolo, implorando i mezzi opportuni onde ricuperare i beni della sua Chiesa. Mainardo, dal canto suo, chiese al papa d’esser prosciolto dalle censure, dimostrandosi pronto a restituire al vescovo ciò che a lui si spettava. Il papa Celestino, ben ponderate le cose, rilasciò nel medesimo anno, ad istanza del duca, una delegazione nelle persone dei vescovi di Augusta e di Frisinga, con Corrado abbate di Wiltau, in qualità di giudici apostolici, per definire le vertenze fra il Conte ed il Vescovo. Difatti, Volfango vescovo d’Augusta e Corrado abbate di Wiltau, nel mese di gennajo 1295, comandarono al decano della cattedrale di Trento e al preposito di S. Michele che citassero il Conte ed il Vescovo a comparire nella cattedrale di Trento nel giorno decimoquinto dalla data della citazione. Comparve realmente il conte Mainardo nel luogo destinato, li 12 febbrajo dello stess’anno; ma non se ne cavò altro che una protesta di ubbidienza ai comandamenti apostolici, e la promessa di consegnare ai delegati della Santa Sede le terre, i castelli ed i beni spettanti al vescovado di Trento, da lui ingiustamente posseduti; obbligandosi anche i suoi figli,

  1. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 2, 3.